Falla breve
La sintesi è un equilibrio tra quanto si può semplificare e quanto invece è necessario mantenere perché non si perdano informazioni indispensabili. Come si fa?
Ringrazio le persone che hanno condiviso con me le loro riflessioni sulla complessità. Riporto qui quelle che penso possano interessare tutti:
Profondità e superficialità non bastano più, verso percorsi di conoscenza reticolari, di Mario Tedeschini Lalli, che mi scrive: «Pensavo che nell'universo digitale che ormai viviamo, faremmo meglio a parlare di percorsi cognitivi complessi e percorsi cognitivi elementari. Cominciamo a parlare di “complessità”, invece che di “profondità”», e mi sembra un percorso di grande valore.
- invece mi ha dato modo di capire come, da insegnante, invita ragazzi e ragazze a scoprire la matematica attraverso strutture e relazioni: date un’occhiata alla sua newsletter.
È uscita la terza intervista della serie “Scrivere di”: con
abbiamo parlato di Scrivere di natura. Barbara è una fuoriclasse.L’argomento di questo numero lo ha scelto
, grazie al programma di referral di Substack. Vuoi avere la tua occasione? Leggi come fare o clicca sul pulsante.E ora cominciamo!
Sulle parole: meglio poche?
Si dice che alcuni amici scrittori avessero sfidato Hemingway a scrivere un racconto di sei parole. Hemingway scrisse:
For sale: baby shoes, never worn.1
Vinse la scommessa, e diceva che questo racconto era uno dei migliori che avesse mai scritto.
Con un numero minimo di parole era riuscito a evocare un’immagine fortissima, e alcuni degli stessi processi di lettura profonda che potremmo utilizzare quando leggiamo le sue opere più lunghe. […] Pochi esempi di appena sei parole sono mai riusciti a dare un tale pugno nello stomaco. Sappiamo con intuitiva certezza perché le scarpine non sono mai state usate.
Maryanne Wolf riporta questo aneddoto in Lettore vieni a casa, parlando di alcuni meccanismi della letteratura profonda e della «capacità delle immagini di aiutarci a entrare nei molti strati di significato che possono essere sottesi ai testi».
Poche parole bastano a Hemingway per evocare un’immagine potente, soprattutto per quello che le parole non dicono e lasciano intendere, provocando emozioni diverse a seconda delle esperienze di chi legge.
Ci sono contesti in cui la differenza tra poche o tante parole è cruciale; spesso ciò che si sceglie di non dire è più significativo di ciò che si dice. Prima di discuterne, come sempre, conviene rinfrescarsi le idee sulle definizioni.
Brevità e sintesi
Ci tenta l’idea di usare brevità e sintesi come sinonimi, ma non sarebbe preciso.
È breve2 qualcosa che dura per poco tempo, per esempio un discorso. Quando le parole sono scritte, conciso potrebbe essere una parola più adatta, ma comunque molto legata alla brevità. Ciò che è conciso è «breve, stringato, senza prolissità nell’espressione e nell’esposizione».
La sintesi, invece, è una questione più complessa.
In generale, composizione, combinazione di parti o elementi che ha per scopo o per risultato di formare un tutto (in contrapposizione ad analisi). Con accezioni proprie nella varie discipline e tecniche:
1. Nel linguaggio filosofico, ogni procedimento o atto conoscitivo, che, partendo da elementi semplici e parziali, giunge a una rappresentazione o a una conoscenza complessa e unitaria. […]
2. Nel linguaggio comune, l’operazione intellettuale con cui di una materia, di un’argomentazione, di un insieme logico o anche di un complesso di fatti si raccolgono i concetti o gli elementi essenziali; quindi, genericamente, compendio, esposizione riassuntiva.
Se stiamo nei dintorni del linguaggio comune, la sintesi è una raccolta di elementi essenziali di qualcosa in origine più ampio. La difficoltà, quindi, è capire cosa sia essenziale, scegliere cosa tenere e, soprattutto, cosa togliere. Facciamo un esempio.
Versione 1: di certo è la più breve, è anche la più povera di informazioni. È vero che non sembrano fondamentali, data la semplicità dei dati richiesti.
Versione 2: il modulo è lo stesso, ma è comparso un lungo testo introduttivo. È composto da 3 frasi: un’istruzione; un’informazione; un’altra istruzione. Quattro righe che contengono informazioni forse importanti per compilare il modulo nel modo giusto, ma che ci costa fatica decifrare3.
Versione 3: il modulo contiene le stesse istruzioni della versione 2, ma messe al posto giusto e mostrate, soprattutto, al momento giusto. Il messaggio di errore per la password comparirà solo se in effetti si digita qualcosa che non va bene.
Cosa manca nella versione 3, rispetto alla versione 2? Una frase ridondante: “Inserisci le informazioni richieste per creare un account”. È legittimo supporre che su questa azione, davanti ai tre campi del modulo, non ci siano grandi dubbi. Ci sono contesti in cui anche la versione 1 può essere appropriata? Probabilmente sì. Per scegliere abbiamo bisogno di comprendere il contesto in cui questa registrazione avviene. La sintesi, in questo caso, ci ha fatto eliminare almeno un testo ridondante.
Proviamo con un altro esempio.
Titolo: Dune, come si creano i suoni di un mondo che non esiste
Testo del post: Il regista Denis Villeneuve e il sound designer Mark Mangini spiegano com’è stato realizzato il sonoro della saga e perché il metodo usato è diverso rispetto ad altri film di fantascienza. Il video di Le Monde.
Con queste poche parole sappiamo:
l’argomento del video
chi parla dell’argomento
perché è un’informazione interessante
la fonte originale del video
Seguiamo il link.
Il testo che accompagna il video non è lo stesso che accompagna il link su Facebook. Anche senza guardare il video abbiamo informazioni in più su ciò che è al cuore della notizia: il modo in cui i suoni di Dune sono stati concepiti e l’effetto che si voleva generare negli spettatori.
Come funziona la sintesi, qui? In quattro gradi:
0. Video
1. Testo di accompagnamento al video sul sito
2. Testo di accompagnamento al link su Facebook
4. Titolo
Il video è il grado zero, il contenuto nella sua interezza. Il titolo è la massima sintesi. In mezzo due varianti, ciascuna appropriata al canale su cui viene pubblicata. Per ciascun canale e contesto si selezionano le informazioni essenziali, quelle, cioè, considerate indispensabili… ma indispensabili per cosa?
Nel caso di Internazionale, sono le informazioni indispensabili per dare il senso della notizia. Il senso, non il minimo dettaglio: qui sta la chiave. Nel caso del modulo di registrazione sono le informazioni indispensabili per portare a termine il compito4.
Sintetizzare
Come si fa per sintetizzare qualcosa? In primo luogo si tiene conto del contesto: dove le persone incontreranno l’informazione, in che momento, quanta attenzione potranno dedicargli, che stato d’animo potrebbero avere, che intento avranno nell’interagire.
È fondamentale avere dei criteri, dei principi su cui basare la propria selezione: è un lavoro non troppo diverso da quello che serve per organizzare le informazioni in modo chiaro. Ordinare, etichettare, stabilire priorità sono le azioni preliminari per capire come si può sintetizzare un contenuto.
A questo punto si ragiona su come ridurre, eliminare o rimuovere informazioni, muovendosi in equilibrio tra quanto si può semplificare e quanto invece è necessario mantenere perché non si perdano informazioni indispensabili. Ci sono contesti in cui dar conto di ciò che si omette o esplicitare i criteri di selezione è di grande importanza.
Ricorda di non saltare in avanti: ora non ci stiamo concentrando sullo stile. Non è il momento di lavorare sugli avverbi o sulle perifrasi. Ti invito a soffermarti in modo schematico sulla selezione delle informazioni, a capire quali sono necessarie per il tuo scopo comunicativo e quali possono essere tralasciate o spostate in altri luoghi o momenti. Concentrati su cosa bisogna dire: al come ci pensiamo un’altra volta.
Vuoi lavorare sulla chiarezza dei tuoi testi?
Esercizi
Riprendi in mano uno degli ultimi libri che hai letto, o uno dei tuoi preferiti. Scrivi una nuova quarta di copertina.
Recupera l’email più lunga che hai ricevuto. Puoi sintetizzarla? Prova a scrivere la versione che avresti voluto ricevere.
Hai un gioco da tavolo in casa? Guarda il libretto delle istruzioni. Potrebbe esistere una versione sintetica? Come la realizzeresti?
Hai provato a svolgere uno degli esercizi e vuoi parlarmene? Rispondi a questa email o in un commento: sono contenta di discuterne insieme.
Un libro
Sono odiosa, lo so, quando consiglio libri introvabili. Ma le Novelle da un minuto di István Örkeny5 sono una chicca che merita una ricerchina, almeno in biblioteca.
Le novelle qui allegate, nonostante la loro brevità, sono degli scritti di valore. Esse offrono il vantaggio di far risparmiare tempo alla gente, perché non pretendono un’attenzione che si prolunghi per settimane e mesi. Mentre l’uovo cuoce, mentre aspettiamo che il numero chiamato si liberi (se è occupato), leggiamoci una novella da un minuto.
Qualcosa di utile
Internet Culturale è «un aggregatore di Biblioteche digitali: accoglie i risultati di biblioteche e istituzioni culturali, pubbliche e private». Sito che lotta ad armi pari con i migliori esempi di scarsa usabilità in circolazione, rimane una vera miniera:
puoi esercitarti a riorganizzare le informazioni;
puoi esercitarti a riscrivere i testi in italiano corrente;
puoi effettivamente provare a vedere se dalle tue parti trovi una copia delle Novelle da un minuto di István Örkeny.
Faccio la spiritosa, ma Internet Culturale ha salvato generazioni di universitari dal pellegrinaggio di biblioteca in biblioteca per scoprire se per caso lì ci fosse una copia di ciò che si cercava. Lo guardo con affetto.
Tre link
A New Chapter for A Book Apart: A Book Apart annuncia che non pubblicherà più nuovi titoli. Peccato.
Sorry, not sorry: The link between gender, autism and over-apologizing. Do you say "sorry" at the drop of a hat? Here's why the instinct to apologize is more than just a survival strategy.
Perché il concetto di intersezionalità è oggi più importante che mai, spiegato da
In ascolto
Se usi Spotify puoi salvare la playlist.
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Note
In vendita: scarpe da bambino, mai usate.
Chissà perché, invece, tra le figure musicali la breve è una di quelle di maggiore durata. Non ho ancora indagato: se lo sai fammi sapere.
Sai anche tu cosa è successo, qui, vero? “Senti, dicono dal centro assistenza che le persone non riescono a mettere una password valida e si lamentano, scrivi due righine all’inizio così capiscono cosa fare.”
Se leggi Alternate Takes da un po’ immagino che tu abbia le tasche piene di sentirmi parlare di contesto, eh?
Per la scoperta di questa e molte altre raffinatezze libresche, ringrazierò per sempre il mio maestro di Clarinetto in conservatorio, lettore curioso e onnivoro, con un senso dell’umorismo impareggiabile.
Che begli esempi che hai portato per entrare dentro ai concetti di "brevità" e "sintesi" (ma poi che bella è l'idea dei ricordi sonori in Dune!).
Mi hai incuriosito un sacco con "Novelle da un minuto": trovato nell'Opac e subito prenotato. Grazie.
Ti rispondo ancora una volta "dal mondo della scuola". Purtroppo un altro dato evidente è la progressiva (la mia indagine copre gli ultimi... 26 anni!) perdita di competenza sintetica. Non solo elaborare un riassunto di un testo è l'impresa più difficile, ma anche individuare oralmente - mentre si sta apprendendo/ascoltando - gli ELEMENTI ESSENZIALI di una proposta qualsiasi. Bisogna proprio, sin da giovanissimi, essere educati alla complessità. Per non incorrere nel rischio di cadere nella ridondanza né di tralasciare dettagli rilevanti.