Il valore delle istruzioni chiare
Per svelare il mistero della parola "prompt" possiamo tradurla: chiamiamole "istruzioni" e ragioniamo sulle competenze che ci servono per scriverne di efficaci.
È nata l'Associazione Linguaggi Chiari ETS che curerà la prossima edizione di DiParola Festival, dedicato al linguaggio chiaro, inclusivo e accessibile. L’edizione 2023 è stata stupefacente, e ne facevo questo resoconto: immagina quanto io sia entusiasta, quindi, di essere parte del comitato consultivo dell’Associazione insieme ad
, e per l’edizione 2024. Con la presidente Valentina Di Michele non vediamo l’ora di darvi nuovi aggiornamenti.Sulle parole: prompt e istruzioni
La ricerca su Google della parola “prompt” mi restituisce circa 1.500.000.000 risultati. Tra i primi emergono le definizioni dei dizionari poi, a parte una breve incursione in un metodo della logopedia, è una sequenza di pagine che vogliono spiegare cos’è e come si scrive un prompt, in genere con una comoda lista di regole (poche, se no i clic diminuiscono), meglio ancora con un breve corso a cui iscriversi per padroneggiare l’arte. In mezzo c’è anche un alternarsi di scienze e professioni, dal prompt design al prompt engineering, a seconda di quanto si vuole fatturare.
Ma io so cos’è un prompt? Dai, è quella cosa lì che scrivi su una roba tipo ChatGPT per fargli fare cose, no? Non ho alcuna intenzione di accreditarmi come l’ennesima esperta di intelligenza artificiale, ti rassereno subito. La parola prompt ha dei risvolti interessanti e con la scrittura ha molto a che fare: ecco perché ho scelto di parlarne.
Definizioni
Treccani definisce prompt come
«pròmt» aggettivo, ingl. (propr. «pronto»), usato in italiano come sostantivo maschile – Nel linguaggio dell’informatica, indicazione visiva, costituita da elementi testuali o grafici, anche mescolati fra loro, che compare sul monitor del computer per segnalare all’utente che il sistema è in attesa di un comando.
Se allargo lo sguardo al significato inglese1 trovo altri spunti interessanti.
Inteso come verbo, to prompt significa “far accadere qualcosa”, “causare qualcosa”, ma in contesti di una certa formalità, se mi faccio un’idea giusta. Ha poi un significato molto specifico se riferito a chi recita: in questo contesto significa “aiutare qualcuno a ricordare cosa stava per dire o fare”.
Poi ci sono i significati nell’ambito dell’informatica. Uno è quello che ereditiamo in italiano: un simbolo, in genere una linea lampeggiante o un messaggio sullo schermo, che dice che il computer è pronto a recepire un’istruzione. O, viceversa, se il computer ti scrive “dopo aver installato l’aggiornamento il computer si riavvierà da solo”, ti sta dando un prompt. Per chi si occupa di informatica da tempo, il termine non è una novità.
Da quando parliamo di intelligenza artificiale ha raggiunto una nuova diffusione: indica l’istruzione data da una persona a un’intelligenza artificiale, appunto, usando il linguaggio naturale anzi che un linguaggio di programmazione. Il fatto che possiamo scrivere un prompt usando le stesse parole che usiamo per parlare fa passare in secondo piano la sua natura tecnica, ma è un’apparenza ingannatrice: ci torniamo.
Infine – ma non ultimo – un prompt può essere anche un insieme di indicazioni o un estratto da un libro, una poesia o un’opera teatrale per fornire spunti per scrivere qualcosa. E questo, quando la parola prompt ha iniziato a saltare fuori più spesso del solito, ancora non lo sapevo.
Digressione: un tipo più divertente di prompt
A un certo punto del 2023, se non avevi già convertito la tua carriera in quella di prompt designer o prompt engineer la tua vita professionale era di certo spacciata: io ero sicuramente indietro sulla tabella di marcia dell’ansia da performance. Quindi ho fatto quello che faccio di solito per essere ancora più in ritardo sull’evoluzione: ho provato a vedere se esistessero libri sull’argomento. E ho scoperto un’altra valle della mia ignoranza, questa volta intorno alla scrittura creativa: la selva di libri di prompt per chi scrive.
Non vale fare la stessa ricerca oggi, perché ormai i libri intorno al termine prompt sono in maggioranza intorno all’intelligenza artificiale, ma ti faccio un esempio di cosa intendo. 5000 Writing Prompts. A master list of plot ideas, creative exercises, and more è uno dei tanti titoli di questo tipo: una raccolta di spunti di scrittura, in questo caso divisa per genere o per esigenza, da usare per esercitarsi o quando si è a corto di idee.
In Italia forse possiamo aver presente 642 idee per scrivere, che contiene però spunti di scrittura un po’ più generici, ed è una sorta di quadernone su cui poter svolgere direttamente agli esercizi: di conseguenza sembra invitare a una certa brevità nello sviluppo, o a mantenerlo nello spazio a disposizione, in genere di una pagina.
Una traduzione chiarificatrice
Se torniamo alla parola prompt in relazione all’intelligenza artificiale, e la traduciamo con un più chiaro “istruzioni”, buona parte della sua patina futuristica sbiadisce, con il vantaggio di lasciarci meno abbagliati.
I prompt sono le istruzioni che diamo all’intelligenza artificiale per fare ciò che vogliamo che faccia. Hanno il vantaggio di sfruttare il linguaggio naturale, ma anche se non richiedono capacità da programmatori hanno bisogno, per il momento2, di un ibrido tra padronanza del funzionamento dell’intelligenza artificiale che vogliamo utilizzare e padronanza del linguaggio attraverso cui le usiamo.
Le intelligenze artificiali che generano immagini lo rendono più evidente: se non conosco il linguaggio della fotografia, dell’arte, dell’illustrazione, le immagini che genererò avranno sempre quell’aria da brutto fumetto sotto allucinogeni, più patacca delle patacche. Sulla scrittura notare l’effetto “fumetto sotto allucinogeni” è meno evidente.
Pensando alla scrittura di prompt vale la pena di rispolverare il detto garbage in, garbage out: per formulare prompt in grado di tirar fuori il meglio dai calcoli dell’intelligenza artificiale non basta buttare lì qualcosa e sperare che venga fuori un miracolo. Potremmo sintetizzare così delle buone pratiche per scrivere prompt che producono risultati di un qualche valore:
scrivi in modo chiaro e conciso;
chiarisci il contesto e includi istruzioni specifiche;
aggiungi esempi e riferimenti;
indica tono e stile che desideri per il risultato;
inizia il prompt con un’azione;
raffina il risultato attraverso iterazioni.
Con l’acronimo CARE (in inglese) puoi ricordare alcune delle caratteristiche chiave di un prompt che porta a risultati utili. Su NNgroup puoi leggere la guida alla scrittura.
L’impressione di semplicità della scrittura dei prompt si smonta, se ne capiamo il meccanismo: la capacità di descrivere un contesto scegliendo le informazioni rilevanti, di dare sufficienti dettagli e istruzioni per condurre il risultato verso le nostre aspettative richiede competenze di scrittura non banali. Rimane implicita poi la necessità di conoscere l’argomento su cui stiamo interrogando l’IA, per evitare di prendere per buone informazioni senza senso.
Molti nuovi esperti ed esperte di intelligenze artificiali vi daranno la loro ricetta visionaria per usarle3: io non ne ho. Le uso quando non voglio dare per scontati aspetti essenziali di un argomento, oppure per generare esempi o esercizi che perfeziono per adattarli al contesto in cui devo usarli. Ne uso diverse a seconda del tipo di risultato che voglio ottenere, o a volte per paragonare i risultati ottenuti e prendere il meglio di ciascuno.
Cerco di fare attenzione ai temi di proprietà intellettuale ed ecologici che le riguardano4, ma per il resto non mi lascio fagocitare dalla frenesia della corsa all’innovazione, del bisogno di piantare la bandierina per colonizzare l’argomento. Per dirla con Jorge Arango, sfrutto l’IA per espandere le mie capacità, non per automatizzarle.
Mi sforzo di trovare la costante in un cambiamento di cui non sono in grado di governare la velocità e lavoro per rafforzare le mie competenze su quella: le mie costanti sono scrittura e linguaggio, ed è su quelle che continuo a lavorare, cercando di migliorarmi. Se usassimo l’intelligenza artificiale non per pensare di meno, ma per pensare di più?
Vuoi lavorare sulle tue competenze di scrittura?
Esercizi (o prompt?)
Testa questa lista di prompt con ChatGPT o Gemini. Perfeziona i prompt per orientare i risultati in base alle tue aspettative.
Genera una lista di domande per riflettere su come innovare la viabilità cittadina.
Scrivi un testo motivazionale per chi è all’ultimo anno di università.
Prepara un piano di studio per imparare a programmare in python in un mese.
Hai provato a svolgere uno degli esercizi e vuoi parlarmene? Rispondi a questa email o in un commento: sono contenta di discuterne insieme.
Un libro
La scrittura creativa non è la mia specialità, ma amo leggere buoni libri sul tema. “Buoni”, per me, significa che non appiattiscono il discorso sul viaggio dell’eroe, che non danno schemi e formule per le storie efficaci, che non sono imbottiti di performatività esasperante, di regolette, di abitudini bizzarre ai limiti della superstizione.
In La caffettiera di carta, Antonella Cilento sfodera la sua grande esperienza di insegnante di scrittura creativa, con un tono molto concreto e soprattutto con una densità e ampiezza di esempi impressionante. Non è una lettura breve, ma tutto il tempo che ci investirete vi regalerà ricchezza, e su molti piani di lettura. In una delle recensioni viene definito “un manuale per imparare a leggere” e mi sembra la maniera migliore per descriverne il valore.
Qualcosa di utile
Certi pomeriggi estivi possono essere più lunghi di quelli invernali, specie per me, che detesto il caldo. A me e mia figlia, per fortuna, piacciono i giochi da tavolo: tra quelli che lei sceglie più spesso ci sono quelli per inventare storie. Di questi il suo preferito è Le mille e una storia, nella variante con il mazzo di carte. Credo che se ne sia innamorata perché in una partita ho saccheggiato a mani basse le atmosfere di Bradbury (glielo confesserò, a tempo debito), e se c’è un certo friccicorino di paura e mistero lei apprezza. “I cattivi e le storie paurose sono interessanti, mamma”, mi ha detto.
Tre link
Bonus:
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Note
Da ignorante quale sono, il mio inglese è a livello di sopravvivenza, non fingerò che sia meglio di così. Per esempio, qui mescolo un po’ di casi d’uso tra inglese US e inglese UK. Se tu sei più competente di me e vuoi aiutarmi a precisare con un commento ne sono ben felice.
Dico “per il momento” perché chissà se e come evolverà il design delle interfacce per interagire con le intelligenze artificiali. O se addirittura faremo a meno di interfacce per farlo.
Che in genere finisce in un pulsante di acquisto per il loro fantastico corso online a 34,99€: magari vale la pena, ma occhio alle furbate, eh. Un buon metodo per riconoscerle? Quando il senso di urgenza è eccessivo e inizia a salirti l’ansia insospettisciti subito.
Ho smesso, per esempio, di giocare a fare brutte immagini per questa newsletter, hai notato?
Se non sbaglio, adesso è possibile anche impostare un livello di accurezza nelle risposte che ricevi da Chat GPT (banalmente, gli dici di darti delle risposte per cui è sicuro all'80%, al 90% ecc ecc). Anch'io ho l'ansia di imparare a usarlo, nonostante sia una fiera "late adopter" di praticamente qualsiasi strumento tecnologico. Però sembra, dalle campane allarmistiche che vengono dal mondo del lavoro, che se non impari a creare i prompt e non hai dimestichezza con Chat GPT praticamente il tuo lavoro prima o poi può benissimo essere sostituito da una macchina. Io provo a vederlo come un'opportunità ecc ecc, ma sinceramente un po' tutta questa corsa m'infastidisce. Mi adeguerò, che ci dobbiamo fare... Il problema è che ci chiedono sempre più cose, mille anni di esperienza, almeno tre lingue, dimestichezza con mille tool informatici, e poi il lavoro è sempre più precario e meno retribuito. Ma sto andando fuori tema, scusami!
Letizia, grazie per questa riflessione sull'ennesimo termine usato con gradi variabili di consapevolezza. E visto che sono in vena di pensieri profondi: sia in inglese che in francese l'aggettivo "prompt" vuol dire rapido, veloce... il che è leggermente ironico, se pensi al tempo che può servire per scrivere un buon prompt (o una serie di prompt) per un modello di intelligenza artificiale - not so prompt after all. ;)