Il valore dei limiti per la creatività
La creatività non fiorisce nel vuoto dell’assenza di regole, ma nella fertile tensione tra vincoli e possibilità. È questa tensione a far nascere idee originali e soluzioni inedite.
Benvenuti e benvenute a tutti! Ho alcune cose da segnalarvi.
- ha annunciato la prossima nascita della biblioteca digitale di Ojalà, che raccoglierà la miriade di risorse a cui attinge per lavorare alla sua newsletter sulla comunicazione inclusiva. Sarà riservata a chi sostiene il suo lavoro con un abbonamento: è il caso di approfittarne, visto che al momento è a un prezzo molto vantaggioso.
L’8 marzo, oltre che la Giornata internazionale della donna, è anche il World Information Architecture Day. Ci saranno eventi in diverse città d’Italia: io sarò a Roma con
, il nostro intervento si intitola “Il giardino dei contenuti che si biforcano. Contenuti modulari ed evoluzione continua”. La conferenza è gratuita, ci si registra sul sito di WIAD Roma.Ho pubblicato l’intervista di marzo sulla lettura: Sara Lorusso ha spiegato come legge per il suo lavoro di giornalista nella redazione del TGR Basilicata.
E adesso andiamo al tema. Può capitarci di pensare alla creatività come a un flusso libero e selvaggio, un’esplosione di idee senza confini. Ma è così che funziona? Sembra che la creatività, paradossalmente, prosperi quando incontra dei limiti. Ho provato a farmi un’idea.

Sulle parole: quelle intorno ai limiti
“La necessità aguzza l'ingegno”, dice il proverbio. Questo principio si applica anche alla creatività: i limiti, anziché ostacolarla, spesso la spronano e la incanalano verso soluzioni originali e inaspettate.
L’idea che la creatività fiorisca solo in un’atmosfera di totale libertà è un luogo comune che fatica a sparire: la realtà, come spesso accade, è più complessa e sfaccettata. Numerosi esempi in ogni campo del sapere dimostrano che i vincoli possono diventare potenti catalizzatori del processo creativo.
I limiti come cornice del pensiero creativo
Di fronte a una sfida creativa, la tentazione di spaziare tra possibilità illimitate può essere forte, nonostante sappiamo che la sindrome da foglio bianco ci confonde, paralizza la nostra capacità di decidere, soffoca la creatività. Avere troppe scelte ci impedisce di scegliere e di agire.
I limiti, al contrario, ci obbligano a concentrarci, a stabilire priorità, a pensare in modo strategico per raggiungere i nostri obiettivi entro parametri definiti. Funzionano come un imbuto che incanala il flusso creativo, impedendogli di disperdersi.
Alcuni limiti riguardano gli input, cioè le risorse utilizzabili, come il tempo a disposizione o la quantità di informazioni da processare. Altri riguardano il processo, cioè le regole o procedure che definiscono il metodo di lavoro, come linee guida editoriali o formati standardizzati. Altri gli output, cioè il risultato finale, come un numero massimo di parole o caratteristiche specifiche del formato di pubblicazione
Meccanismi dei limiti nella creatività
I limiti ci costringono a uscire dagli schemi mentali predefiniti, aiutandoci a superare la tendenza a vedere oggetti o idee solo nella loro funzione tradizionale1. Quando siamo limitati negli strumenti o nelle risorse, siamo spinti a trovare utilizzi alternativi e innovativi per ciò che abbiamo a disposizione.
La sfida di superare un ostacolo entro limiti imposti può essere di per sé motivante e gratificante. Questo senso di sfida, unito alla soddisfazione di trovare una soluzione creativa, alimenta ulteriormente il processo creativo. La “disperazione creativa” che proviamo sotto pressione può spingerci verso soluzioni che non avremmo mai immaginato in condizioni di maggiore agio.
Bisogna riconoscere, poi, che non tutti i limiti sono ugualmente costruttivi. Potrebbero essere troppi, e soffocare la creatività, anzi che stimolarla. Potrebbero essere irrilevanti e generare frustrazione. Potrebbero essere arbitrari e oppressivi. Potrebbero essere insormontabili: la mancanza di risorse fondamentali non ci permette di esprimerci. Potrebbero essere paralizzanti, come la paura di sbagliare che ci blocca e non ci fa esplorare nuove possibilità. I limiti più efficaci sono quelli significativi e pertinenti al compito: offrono una sfida stimolante senza bloccare le possibilità espressive.
L'effetto dei limiti sul linguaggio
La scelta delle parole, la struttura delle frasi, l’uso di figure retoriche: ogni elemento può essere influenzato e plasmato dai vincoli che ci imponiamo o che ci vengono imposti. La poesia è l’esempio più evidente. Forme come il sonetto o l'haiku si basano su rigide regole metriche e di rima che spingono a cercare soluzioni espressive originali, a giocare con suono e significato, a condensare il messaggio in una forma definita. La costrizione della rima, se usata, porta a scoprire nuove connessioni tra parole e a creare immagini inaspettate.
Anche Dr. Seuss, con la sua famosa scommessa di scrivere un libro per bambini usando solo 50 parole diverse (Green Eggs and Ham), dimostra come i vincoli lessicali possano produrre opere memorabili.
Non essendo tutti poeti2, sperimentiamo più di frequente i limiti alla creatività del linguaggio dettati dalle caratteristiche del formato di destinazione. Scrivere un libro, un manuale di istruzioni, un articolo per un quotidiano, una newsletter, un volantino pubblicitario, il testo di un messaggio di errore da mostrare sullo schermo di un computer o di uno smartwatch sono sfide creative molto diverse, che si alimentano con forza dei limiti imposti dal luogo in cui quel testo sarà mostrato.
Proviamo ad applicare alla scrittura i limiti di input, processo e output.
Limiti di input
Sono le risorse utilizzabili, come il tempo a disposizione o la quantità di informazioni da processare. Per esempio:
tempo, come nel caso della scrittura giornalistica, che può portare a testi più diretti e incisivi;
fonti, come nel caso del copywriting, in cui si hanno a disposizione solo alcune informazioni da parte del cliente.
Limiti di processo
Sono regole o procedure che definiscono il metodo di lavoro, come linee guida editoriali o formati standardizzati. Per esempio:
template predefiniti, ossia strutture standardizzate pensate per mantenere il messaggio focalizzato;
flussi di lavoro vincolati, per esempio nelle scritture collaborative con revisioni programmate, spinge a un diverso lavoro sulle bozze che si producono.
Limiti di output
Sono vincoli sul risultato finale, come un numero massimo di parole o caratteristiche specifiche del formato di pubblicazione. Per esempio:
conteggio di parole o caratteri;
parole chiave per la SEO, da includere nei testi conservando la naturalezza del linguaggio;
accessibilità, che impone chiarezza e struttura a beneficio di tutti.
Un esempio: la scrittura per le interfacce
Nella pratica dello UX Writing, tutti e tre i limiti operano contemporaneamente.
Input: chi scrive ha accesso a un set limitato di informazioni sul contesto d'uso.
Processo: chi scrive deve seguire guide di stile e tono di voce aziendali.
Output: chi scrive deve comunicare concetti complessi in spazi minimi, come pulsanti, notifiche, menu.
La combinazione di questi tre tipi di vincoli può trasformare un compito di scrittura apparentemente semplice in una sfida creativa stimolante.
Da monolitico a modulare: il testo digitale
Con il digitale i testi hanno perso il limite della linearità per trovarsi immersi in un sistema di relazioni che li costringe a non funzionare più come monoliti, ma come moduli in relazione tra loro. I moduli sono unità di contenuto indipendenti, che possono essere ricombinate e riutilizzate in contesti diversi.
La scrittura, al tempo stesso, deve rispettare nuovi vincoli per permettere l’evoluzione dei contenuti da responsivi ad adattivi: i contenuti responsivi si adattano a forme diverse rimanendo invariati; i contenuti adattivi sono in grado di mutare in base alla forma che devono assumere. Un nuovo vincolo, per esempio, è una “regola di priorità”, che impone di decidere cosa mostrare in contesti con spazio limitato senza perdita di significato.
La frammentazione funzionale
Nel contesto digitale, i testi non operano più come entità isolate e autosufficienti. Un white paper aziendale, per esempio, non esiste più solo come documento PDF: diventa la fonte primaria da cui derivano abstract per email, punti chiave per presentazioni, citazioni per social media, e segmenti per webinar. Questo impone di concepire il testo fin dall’inizio come sistema modulare, dove ogni sezione deve poter funzionare anche autonomamente.
La scrittura atomizzata
La documentazione tecnica viene scomposta in “argomenti” indipendenti, ciascuno organizzato secondo il principio “un argomento, un scopo”. Questa architettura dell’informazione permette il riutilizzo e la ricombinazione dinamica dei contenuti in base al contesto d’uso.
La scrittura per sistemi, non per pagine
I manuali di istruzioni non sono più documenti statici ma sistemi informativi dinamici. Una singola “fonte di verità” alimenta simultaneamente help center online, chatbot di supporto e materiali formativi. Questo cambiamento impone una scrittura modulare e guidata dai metadati, dove ogni frammento di testo deve essere correttamente taggato per permetterne il recupero contestuale.
Questa nuova ecologia del testo impone vincoli strutturali che richiedono di ripensare completamente l’approccio alla scrittura. Non si tratta più solo di produrre testi ben scritti, ma di creare sistemi informativi coerenti e adattabili: una sfida creativa che richiede nuove competenze e sensibilità.
Limiti come alleati
Dalla poesia alla scrittura tecnica, dai testi interfaccia ai sistemi di contenuto modulare, i vincoli ci spingono al pensiero laterale, ad abbandonare strade già battute, a trovare nuovi approcci da sperimentare.
La creatività non fiorisce nel vuoto dell’assenza di regole, ma nella fertile tensione tra vincoli e possibilità. È questa tensione a far nascere idee originali e soluzioni inedite.
Vuoi lavorare con me?
Esercizi
Scrivi cinque lipogrammi, ossia cinque testi in cui eviti di usare una determinata lettera o sillaba. Prendi un testo normale e trova un sinonimo ogni volta che trovi la lettera o la sillaba proibita.
Scrivi un testo usando solo parole di almeno quattro sillabe. Scegli tu l’argomento.
Pensa alla sala di attesa di un reparto di ospedale, oppure a quella dell’ufficio postale: guardati intorno e nota quante e quali informazioni vivono su fogli appesi alle pareti, osserva come sono scritte, dove sono scritte. Rifletti su quanto siano utili e trovabili, in quella forma, e come altro potrebbero essere.
Un libro
Potevano non essere gli Esercizi di stile di Raymond Queneau, il consiglio di lettura per questo numero? Impossibile sottrarsi a questa ovvietà. Potrebbe tornarti utile – per scoprire o rinfrescare la memoria – un’occhiatina al lavoro del gruppo OuLiPo, che lavorava con le tecniche della scrittura vincolata. Io mi arrendo presto: in matematica purtroppo sono una schiappa e a scacchi non so proprio giocare.
Qualcosa di utile
Imbroglio. La cosa utile di oggi è un altro libro.
Questo libro non pretende di cambiare le cose ma prova a dare qualche strumento per immaginare piccoli e grandi cambiamenti.
Non promette di rendere più creativi i suoi lettori: credere che bastino qualche esercizio, qualche metodo riassunto in pochi passaggi elementario, magari, qualche trucco è una scorciatoia fallimentare che, come vedremo, può per paradosso favorire un ragionamento eterodiretto e stereotipato.
Annamaria Testa, La trama lucente
Se devi scegliere una sola cosa per ragionare sulla creatività, allontanati dalle tentazioni dello scaffale di self-help e scegli questa. Non è semplice, ma la scalata merita ogni passo.
Tre link
Designers Italia ha rilasciato delle risorse per insegnare la cultura della progettazione nella Pubblica Amministrazione. Mi sarebbe piaciuto uno sforzo in più sulla quantità di maschili sovraestesi, ma anzi che lamentarmene qui potrei proporre la modifica su GitHub: possiamo farlo tutti, se abbiamo qualcosa da dire.
- espone un dubbio: e se stessimo affossando la nostra carriera di designer esagerando con la documentazione? Secondo me vale anche per altri tipi di carriere.
Abby Covert spiega in un breve corso gratuito che cos’è l’architettura dell’informazione. Ci si registra qui.
In ascolto
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Note
Quella che in psicologia si chiama fissità funzionale.
Nonostante Instagram ci inviti a pensarla diversamente <grin>.
Ti ringrazio tantisssssimo per aver messo l'idea della biblioteca di Ojalá in cima a questo episodio che, oltretutto, mi cade molto a fagiolo: perché è bellissimo avere un'idea, pensarla e ripensarla e farla crescere nei pensieri... ma la parte divertente arriva quando i limiti concreti - di tempo, risorse, tecnologia - impongono di trovare alternative. "In writing, will your darlings", diceva qualcuno, e mi sa che vale anche con la progettazione di contenitori testuali. Grazie per le tue newsletter sempre così ricche!