Leggere per invitare a leggere: intervista a Francesca Mignemi
«All'approfondimento seguono una serie di ulteriori esplorazioni a raggiera per poi tornare al punto di partenza con maggiore consapevolezza.»
“Leggere” è una serie di interviste dedicate alla lettura. Parlo con persone che leggono come parte del loro lavoro per conoscere le loro abitudini e tecniche. Arriva ogni prima domenica del mese ed è un ramo di Altenate Takes, la mia newsletter.
In questo appuntamento incontriamo Francesca Mignemi. Ci siamo incontrate alla Bologna Children’s Book Fair ormai diversi anni fa, e sono stata travolta dal suo contagiosissimo entusiasmo sorridente e affilato per i libri e la lettura: nelle risposte lo trovate tutto espresso nei suoi punti esclamativi. Non ne ho tolto nessuno, perché mi sembra di sentirla parlare.
Ciao Francesca, mi racconti di te?
Un giorno una mia amica scherzando mi ha definita attivista della lettura e io mi sono appropriata di quella definizione perché mi sono sentita nei miei panni. Ho un passato da libraia e da oltre 24 anni studio letteratura per ragazzi e mi occupo di educazione alla lettura e promozione della lettura. Il mio presente è da ricercatrice indipendente e formatrice. Conclusa l’esperienza della libreria, ho capitalizzato quel bagaglio di competenze confluito nella formazione di bibliotecari, insegnanti, educatori. Sono consulente per librerie specializzate e generaliste. Scrivo su diversi portali e pubblicazioni specializzate. Da qualche anno sono membro della giuria del Premio Anna Osti sezione albi illustrati e della giuria adulti del Premio Mare di Libri, sono anche responsabile della libreria del festival Mare di Libri. Progetto percorsi e laboratori, tesso fili e curo reti per la promozione della lettura.
Quanto è importante la lettura nelle tue giornate?
Più che importante è vitale!
Come scegli le tue letture? Quali criteri usi?
Mentre pensavo a questa domanda sapevo come rispondere, poi però nella mia mente si è palesata un’immagine: i crucipuzzle! Una bizzarra epifania, ma è così che si costruisce il mio scaffale quotidiano di libri. Letture che si innestano sulle mie curiosità, che si incrociano con i percorsi sui quali lavoro, che si incrociano con le novità editoriali, per scivolare in approfondimenti tematici e confluire in un complesso puzzle stratificato dal quale partono nuove connessioni come in una folle mappa neuronale. Un caos, ma per me ha senso!
Che tipo di testi leggi più spesso?
Difficile domanda! Sono una lettrice compulsiva per attitudine e per lavoro. Fondamentalmente letteratura per ragazzi, saggi sulla lettura e sulla letteratura per ragazzi, saggi su tematiche sociali. Ho una passione per i saggi sulla traduzione e i nature writers e faccio periodiche incursioni nella poesia.
Hai un metodo di lettura specifico legato alla tua professione?
Parto da una lettura che avvia il processo. La lettura può essere sollecitata da una richiesta o da un tema che mi sembra interessante o urgente da portare nei miei corsi. Da quella lettura poi procedo con un approfondimento verticale, direi “archeologico”; all'approfondimento seguono una serie di ulteriori esplorazioni a raggiera per poi tornare al punto di partenza con maggiore consapevolezza. Fermo restando che la mia curiosità non è mai appagata, questo metodo non solo per me è efficace: cosa più importante, mi diverte.
Su che strumenti leggi in genere? Perché li preferisci?
Non ho preclusioni, leggo su cartaceo, ebook e pc. Leggere al computer è una cosa che faccio per necessità e non con piacere, ma le ricerche, gli articoli scientifici, le biblioteche on line sono pane quotidiano e quindi necessario.
Preferisco sicuramente cartaceo ed ebook perché mi permettono di sostare maggiormente sul testo. Non mi addentrerò in melense discussioni sul profumo della carta. Sicuramente ci sarebbero tante cose da dire sulla capacità di concentrazione e di soffermarsi su un testo a lungo senza distrazioni, sull’evoluzione del nostro cervello e delle nostre abitudini di lettura, però non possiamo sviscerare qui questioni che lascio ai neuroscienziati. Ecco un’altra mia passione di lettura: la divulgazione scientifica e soprattutto quella su neuroscienze e letture, ça va sans dire!
Le tue abitudini di lettura sono cambiate nel tempo? Quali sono stati i cambiamenti più significativi?
Sì: sono diventata più compulsiva eppure molto più selettiva. Per esempio non perdo tempo con libri scritti con sciatteria o tradotti male.
Organizzi in qualche modo il tempo che dedichi alla lettura?
Ci provo, ma quasi mai riesco: le uniche letture organizzate sono quelle in prossimità di una scadenza.
Come decidi quali parti di un testo meritano una lettura approfondita e quali una lettura più veloce?
La mia decisione su quali parti di un testo meritano una lettura approfondita e quali possono essere lette più velocemente dipende principalmente dal tema che mi interessa o su cui sto lavorando in quel momento. In genere, applico questa tecnica soprattutto alla saggistica. Se ho letto il testo in precedenza, la mia esperienza mi permette di orientarmi facilmente e di individuare le sezioni che contengono le informazioni che cerco. In questo caso, posso muovermi tra le pagine come una lettrice esperta, saltando direttamente alle parti rilevanti. Se invece si tratta di una prima lettura, mi affido all’indice generale, all’indice dei nomi e agli altri strumenti di orientamento che il testo offre. Questi mi aiutano a capire rapidamente la struttura e i contenuti principali. Inoltre, elementi come la qualità della bibliografia e l’affidabilità delle fonti mi danno una prima indicazione sulla validità e sull’approfondimento del lavoro. Sono questi fattori che, insieme, mi permettono di decidere se un testo merita una lettura più lenta e analitica o se posso passare rapidamente alle sezioni che in quel momento mi interessano.
Ci sono differenze tra il tuo modo di leggere per lavoro o per piacere? Ci sono casi in cui si influenzano a vicenda?
No, non ci sono perché non lavoro su temi che non mi interessano e soprattutto su libri che non mi piacciono.
Come ti comporti quando devi affrontare una grande quantità di materiale da leggere?
Come ti dicevo qualche domanda fa, i miei approfondimenti si irradiano in mille rivoli: una volta raccolto il materiale poi devo necessariamente fare una scala di priorità. Quali strumenti e informazioni mi sembra necessario, prezioso o addirittura imprescindibile che arrivino nella cassetta degli strumenti educatorə, bibliotecarə e insegnantə? È la domanda di partenza!
Prendi appunti mentre leggi? Usi strategie o tecniche per organizzare, memorizzare e ritrovare le informazioni importanti?
Prendo molti appunti mentre leggo, ho un quaderno suddiviso per tematiche e lavori oppure diversi quaderni (uno per ogni lavoro) dipende dal momento. Via via che leggo trascrivo impressioni, brani, connessioni con altri libri e letture. Un’altra tecnica è quella di trascrivere nelle pagine del colophon e in quelle bianche del libro i numeri di pagina sui quali tornare con delle parole chiave. Uso anche i post it ma poi quelli svolazzano, si staccano e quindi preferisco metterli alla fine quando il libro arriva con me al corso o al laboratorio
Raccontami di due libri: quello che hai sul comodino e quello che consigli a tutti di leggere.
Sul comodino ho James, di Percival Everett, tradotto da Andrea Silvestri, La nave di Teseo. Sebbene avessi letto un capitolo in lingua originale non ho ancora iniziato a leggerlo in italiano ma promette benissimo. L’autore parte dal capolavoro di Mark Twain, Le avventure di Huckleberry Finn, e racconta la storia dal punto di vista di Jim. Un’operazione ardita che solo un grande autore può azzardare e io credo che questo sia il caso, ma mi riservo di parlarne meglio dopo averlo letto.
Io ho diversi libri feticcio che consiglio a tutti di leggere e quindi difficile scegliere ma prometto che ne citerò solo uno: L’età d’oro di Kenneth Grahame, traduzione di Adriana Motti, Adelphi.
Era una bella intervista? Condividila: lo apprezzo molto!
Bellissima intervista, Letizia. Nella quale - oltretutto - mi sono riconosciuta parecchio. Sia come area di 'esercizio' sia come metodo. Spesso (e soprattutto da quando ho fatto della formazione e della ricerca il mio habitus) mi interrogo su quale spazio abbia la lettura nella mia esistenza. Ho sempre ambito a 'leggere di professione' e devo dire che le parole di Francesca descrivono perfettamente ciò che ci anima.