Ammetto colpevolmente di non aver conosciuto il lavoro di Giuseppe Granieri. Ma sono contento di poterlo recuperare ora grazie a questa newsletter. Mi sarei fatto volentieri una bella partita in coop a World of Warcraft
Uh, Letizia! Che prurito che mi veniva, qualche anno fa, quando - anche nella scuola - tutti hanno iniziato a parlare di storytelling!! Come se fosse stata una scoperta d'oltreoceano da sfruttare a più non posso. Della narratologia, della sua complessità, quanto potremmo invece stare ad esplorare...
Che bella lettura, grazie! Ammetto che a me "Il viaggio dell'eroe" ha tolto le castagne dal fuoco, orientandomi e risparmiandomi talvolta qualche fatica. Proprio in questo "risparmio", tuttavia, riconosco il senso di perdita che è in ogni scelta, perché adottando una strada se ne lascia un'altra di cui non sapremo mai nulla. Accompagnarsi a questo dubbio, però, credo sia comunque prezioso, perché trasforma le bacchette magiche in martelli e ci fa capire meglio le scelte che facciamo per raccontare le nostre storie.
Grazie Andrea :) Il punto non è buttare via tutto, ma ricordarsi che considerarlo la chiave di tutto ci dà una prospettiva limitata. È uno strumento utile in molte circostanze, ma manteniamo lo spirito critico!
Idem per me, aggiungo addirittura che ricerco attivamente (e inconsciamente, fino al momento in cui ho letto la newsletter di Letizia) e tendo a leggere e ad amare romanzi che si tengono ben lontani da questo pattern.
Grazie a te: sarò una bastian contrario ma diffido dalle teorie che aspirano all’assoluto. Quando ho letto il saggio di Baricco mi si è accesa una lampadina :)
Molto, molto interessante il tuo post! Io credo che il viaggio dell'eroe vada usato secondo la logica "impara le regole e poi sovvertile". Non possiamo prescindere dal conoscere gli strumenti che si usano da sempre, ma la società cambia velocemente e in continuazione, e dobbiamo cercare sempre di adattare gli strumenti ai gusti e alle esigenze del nostro tempo.
Mamma mia, Letizia! Quante cose hai messo sul tavolo. Ora le devo digerire, perché lo storytelling è una tecnica che uso in diversi ambiti. Ma (perché c'è un ma) sono d'accordo nel non usarlo come un martello. Se c'è una cosa che ho imparato è che gli strumenti sono e rimangono strumenti che vanno anche reinventati.
Dello schema io uso il conflitto (senza, non c'è storia. Cit @mafedebaggis) e la trasformazione (sempre ciao Mafe).
PS: ma perché non riesco a citarla nei commenti? :D
Ammetto colpevolmente di non aver conosciuto il lavoro di Giuseppe Granieri. Ma sono contento di poterlo recuperare ora grazie a questa newsletter. Mi sarei fatto volentieri una bella partita in coop a World of Warcraft
Uh, Letizia! Che prurito che mi veniva, qualche anno fa, quando - anche nella scuola - tutti hanno iniziato a parlare di storytelling!! Come se fosse stata una scoperta d'oltreoceano da sfruttare a più non posso. Della narratologia, della sua complessità, quanto potremmo invece stare ad esplorare...
Le tue parole mi confortano :)
Che bella lettura, grazie! Ammetto che a me "Il viaggio dell'eroe" ha tolto le castagne dal fuoco, orientandomi e risparmiandomi talvolta qualche fatica. Proprio in questo "risparmio", tuttavia, riconosco il senso di perdita che è in ogni scelta, perché adottando una strada se ne lascia un'altra di cui non sapremo mai nulla. Accompagnarsi a questo dubbio, però, credo sia comunque prezioso, perché trasforma le bacchette magiche in martelli e ci fa capire meglio le scelte che facciamo per raccontare le nostre storie.
Grazie Andrea :) Il punto non è buttare via tutto, ma ricordarsi che considerarlo la chiave di tutto ci dà una prospettiva limitata. È uno strumento utile in molte circostanze, ma manteniamo lo spirito critico!
Forse ora mi è un po' più chiaro perché ho sempre avuto delle resistenze al viaggio dell'eroe. Grazie Letizia di questo punto di vista!
Idem per me, aggiungo addirittura che ricerco attivamente (e inconsciamente, fino al momento in cui ho letto la newsletter di Letizia) e tendo a leggere e ad amare romanzi che si tengono ben lontani da questo pattern.
Grazie a te: sarò una bastian contrario ma diffido dalle teorie che aspirano all’assoluto. Quando ho letto il saggio di Baricco mi si è accesa una lampadina :)
Molto, molto interessante il tuo post! Io credo che il viaggio dell'eroe vada usato secondo la logica "impara le regole e poi sovvertile". Non possiamo prescindere dal conoscere gli strumenti che si usano da sempre, ma la società cambia velocemente e in continuazione, e dobbiamo cercare sempre di adattare gli strumenti ai gusti e alle esigenze del nostro tempo.
Mamma mia, Letizia! Quante cose hai messo sul tavolo. Ora le devo digerire, perché lo storytelling è una tecnica che uso in diversi ambiti. Ma (perché c'è un ma) sono d'accordo nel non usarlo come un martello. Se c'è una cosa che ho imparato è che gli strumenti sono e rimangono strumenti che vanno anche reinventati.
Dello schema io uso il conflitto (senza, non c'è storia. Cit @mafedebaggis) e la trasformazione (sempre ciao Mafe).
PS: ma perché non riesco a citarla nei commenti? :D
Mi sa che nei commenti non funzionano le mention :)