12 Commenti

Grazie Letizia per la citazione, e che bella la sintonia di argomenti!

Parlavo proprio ieri con un amico bibliotecario di Maryanne Wolf, soprattutto perché ha aperto una discussione su come i modi di lettura stanno cambiando mentre cambiamo anche noi (e il rapporto è biunivoco).

Trovo molto acute le tue riflessioni sull'apertura, sullo stare a vedere come cambieremo in futuro e come potranno continuare a cambare sia modi di lettura sia forme narrative.

Insomma, tutto un grande gioco in metamorfosi. E osservare come accade mi pare utile e bello.

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Grazie a te Andrea :)

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ah, Readwise ❤️

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Che bomba <3

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Io lo uso dal 2017, quest'anno con il lancio del Reader hanno davvero chiuso il cerchio.

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Al reader ho intenzione di dedicare uno spazio a parte perché è davvero tanta roba. Readwise ho cominciato a usarlo sul serio ora che ho ripreso a scrivere con più continuità ed è effettivamente una svolta.

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Articolo molto bello ma sono completamente in disaccodo con Maryanne Wolf, vedo degli enormi BIAS cognitivi in quanto dice. La solita storia del si stava meglio una volta.

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Potrebbe essere un difetto della mia sintesi, in cui ho dato più spazio alla parte problematica: in realtà la sua prospettiva è indirizzata ad ampliare le competenze e a escogitare metodi che permettano di mantenere vivi i circuiti di lettura profonda *insieme* alle nuove abilità determinate dalle affordance delle tecnologie digitali. In questo sta l'idea di un cervello bilingue. Possibile davvero che io lo abbia fatto finire in secondo piano!

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Conoscendoti non credo. ;-)

In realtà ho avuto questa impressione già da altri testi di Maryanne Wolf.

Mi sembra che focalizzi la sua attenzione su una visione molto parziale della situazione.

Ad esempio il suo concetto di empatia che si può avere solo con la lettura profonda è completamente fuori dalla realtà e dal tempo.

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Vero, ma dice anche che il concetto di empatia è il più trascurato dalle ricerche, secondo me non è perentoria, si lascia spazio per considerazioni più informate. Grazie del confronto!

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Io ho dei dubbi sul fatto che la lettura porti a evitare la propaganda o a non credere a informazioni non verificate. Ho finora trovato molto più guardinghi nei confronti del potere chi non ha letto molto. Per il resto, spunti molto interessanti

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Ha senso quello che dici. Nel discorso, infatti, ha un ruolo anche la qualità di cosa si legge e il tempo che si dedica a comprenderlo a fondo: la quantità, insomma, non è necessariamente un indicatore di circuiti di lettura profonda ben allenati. Sul ruolo della qualità delle letture ci si potrebbe scrivere un'altra newsletter, in effetti :) Grazie Luca!

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