Esperta e bilingue: una nuova mente grazie alla lettura
Che cos'è la lettura profonda e quali sono le capacità che ne derivano; il ruolo cruciale dell'attenzione nella lettura.
Se il mezzo dominante favorisce processi veloci, orientati al multitasking e adatti a grossi volumi d’informazioni, come accade con il digitale, minor tempo e attenzione verranno allocati alle funzioni cognitive e riflessive più lente che richiedono tempo, compromettendo così i processi di lettura profonda.
Maryanne Wolf
Nella scorsa newsletter riflettevamo sul perché la letteratura conti, quando si parla dei processi che ci rendono abili nella lettura. Vorrei proseguire il discorso approfondendo – e perdonatemi il povero gioco di parole – ciò che intendiamo con “lettura profonda”.
Prima di cominciare saluto le nuove persone iscritte e ringrazio
, che ha consigliato Alternate Takes. Consiglio a mia volta l’iscrizione alla sua Linguetta: balliamo un minuetto di argomenti senza esserci messi d’accordo, affrontando temi simili con angolazioni diverse. Sono convinta che lo apprezzerete.Sulle parole: lettura profonda e iper-lettura
Quando Naomi S. Baron ragiona sulla definizione di “lettura” in Come leggere. Carta, schermo o audio?, ci regala quasi quattro pagine di possibili punti di vista per inquadrare prima cosa si intenda, quando si parla di lettura. Una prospettiva riguarda il livello di attenzione richiesto dal testo: Baron descrive alcuni metodi per favorire una lettura in cui la mente possa concentrarsi con intensità.
Menziona, per esempio, la “lettura lenta” (slow reading) di Reuben Bower, che intendeva «rallentare il processo di lettura per osservare ciò che accade in modo da prestare più attenzione alle parole, ai loro usi e ai loro significati». Lo stesso tipo di attenzione alle parole è alla base del New Criticism, che intendeva analizzare le opere come autosufficienti, senza ricorrere alla biografia di chi le ha scritte o al contesto storico per comprenderne il significato, e mirava a questo obiettivo attraverso la “lettura ravvicinata” (close reading). Baron aggiunge altri esempi, e li riconduce allo spazio mentale di quella che chiamiamo “lettura profonda”:
il possesso lento e meditativo di un libro. Non ci limitiamo a leggere le parole, ma sogniamo di viverci accanto.
Sven Birkerts, The Gutenberg Elegies (1994)
Questa formula è stata migliorata più di recente da Maryanne Wolf e Mirit Barzillai:
la serie di processi evolutivi che favoriscono la comprensione e che includono il ragionamento inferenziale e deduttivo, le abilità analogiche, l’analisi critica, la riflessione e l’intuizione.
Ah, però, dico io.
Il contrario della lettura profonda è la “iper-lettura”: in una delle definizioni più interessanti – formulata da Katherine Hayles – consiste in
una risposta strategica a un ambiente ad alta intensità di informazioni, che punta a mantenere l’attenzione identificando rapidamente le informazioni rilevanti, in modo che solo un numero relativamente limitato di parti di un testo sia effettivamente letto.
“Iper” ci ricorda anche un’altra differenza sostanziale: quella tra lettura lineare e quella – appunto – ipertestuale, che segue i link sparsi nel testo. Proprio i link sono un’arma a doppio taglio: se per i lettori con alti livelli di conoscenza pregressa dell’argomento possono sbloccare percorsi verso nuove idee, per chi ha meno familiarità con l’argomento possono condurre a labirinti mentali che rendono difficile la comprensione.
Gli strumenti digitali sono adatti per la ricerca, il multitasking e l’iper-lettura. Non ci costringono a leggere velocemente o in modo selettivo, ma in effetti sono progettati per permetterci – e invogliarci – a farlo. Ed eccoci tornati alla citazione di apertura.
Costruire un cervello “bilingue”
I processi di lettura profonda vanno oltre la lettura stessa: quando ce ne impadroniamo diventiamo capaci di pensare a ogni cosa in modo più approfondito. Il tempo è la chiave per lo sviluppo di tali processi: per formarsi richiedono anni. Cosa succede, quindi, quando ci sono differenze essenziali nella quantità di tempo che ogni mezzo favorisce riguardo all’allocazione e alla qualità dell’attenzione di chi legge? Niente è scontato.
La lettura è un circuito plastico: cambia a seconda dei processi favoriti o scoraggiati dal mezzo che usiamo di più per leggere. Il principio biologico-culturale è questo: o lo usi o lo perdi. Un circuito di lettura esperto non è un dono permanente: è costruito e ricostruito da ciò che prevale nel suo ambiente, dall’intenzione e dagli scopi del lettore rispetto alla lettura.
Maryanne Wolf studia la necessità di costruire un “cervello di lettura profonda bilingue”: capace di allocare attenzione ai processi di lettura profonda che richiedono più tempo attraverso qualsiasi mezzo. La natura dell’attenzione è ciò che sta alla base delle grandi domande ancora senza risposta che stiamo iniziando ad affrontare.
I processi della lettura profonda
In Lettore vieni a casa, Wolf propone un elenco non esaustivo di alcuni processi di lettura profonda, distinguendo tra processi evocativi, analitici e generativi.
I processi evocativi
Creare immagini: è uno dei processi più tangibili. A partire da una serie di dettagli scelti e comunicati solo attraverso parole siamo in grado di costruire immagini che ci aiutano a cogliere i molti strati di significato che possono essere sottesi ai testi, e a comprendere pensieri ed emozioni degli altri.
Empatia: proprio l’atto di assumere la prospettiva e le emozioni di altri è uno dei contributi più intensi e meno riconosciuti nel processo di lettura profonda. È una dimensione emotiva intima, che ci mette in connessione con altre persone senza uscire dal nostro mondo privato. È un modo per espandere anche la conoscenza del mondo che abbiamo interiorizzato, ci fa sentire meno soli alle prese con la nostra vita. La qualità del nostro pensiero dipende dalle conoscenze di base e dalle emozioni che ciascuno di noi mette in gioco.
Conoscenze di base: nel corso della vita, le cose che leggiamo accrescono il repertorio di conoscenze che sta alla base della nostra abilità di comprendere e prevedere ciò che leggiamo. La lettura, in questo senso, è cumulativa, spiega Wolf citando Alberto Manguel.
Sembra che, in quanto società, ci stiamo trasformando da un gruppo di lettori esperti con piattaforme interiori di conoscenze uniche e personali, in un gruppo di lettori esperti sempre più dipendenti da server esterni di conoscenze sempre più simili.
Quali saranno i costi e le conseguenze della perdita di queste fonti interiori, si chiede Wolf? Una dipendenza troppo precoce e troppo grande dalle conoscenze esterne altererà la relazione tra ciò che leggiamo e ciò che sappiamo?
Chi ha letto molto e bene avrà molte risorse da applicare a ciò che legge; chi non ha queste risorse avrà meno basi per l’inferenza, la deduzione e il pensiero analogico: sarà facile preda di informazioni non verificate, che siano fake news o invenzioni assoluti. Chi non ha queste risorse non saprà ciò che non sa*.
I processi analitici
Il ragionamento analogico è ciò che ci permette di connettere ciò che vediamo e ciò che sappiamo (le nostre conoscenze di base) e ci spinge a formare nuovi concetti e nuove ipotesi. Minori saranno le nostre capacità analogiche, minori possibilità avremo di aumentare la nostra capacità inferenziale e deduttiva, e allargare e applicare le nostre conoscenze di base. Solo esercitando le nostre capacità analogiche possiamo riuscire ad analizzare criticamente la conoscenza: l’analisi critica, in una cultura che premia l’immediatezza, la facilità e l’efficienza, è minacciata a causa del tempo e dello sforzo che richiede.
La mancanza di ambizioni intellettuali e l’adesione a un modo di pensare che non consente domande sono minacce al pensiero critico di tutti noi.
I processi generativi
Le informazioni raccolte dal testo, le connessioni con i nostri migliori pensieri ed emozioni, le conclusioni critiche a cui siamo giunti e poi il balzo in uno spazio cognitivo inesplorato dove possiamo intravedere pensieri interamente nuovi: grazie alla lettura profonda arriviamo all’intuizione.
Esercizi
Ripensa all’ultima volta che ti è capitato di avere un’intuizione mentre leggevi qualcosa. Rifletti sul modo in cui stavi leggendo e prova a ricostruire la sequenza di pensieri che il testo ha illuminato nella tua mente. Se ne hai bisogno, cerca nel dizionario la parola “intuizione”, per rinfrescarti la memoria sul significato.
Considera il tipo di letture che fai, quanto tempo riesci a trovare per leggere, il contesto in cui lo fai, il ritmo a cui macini le pagine, cosa riesci a trattenere nella mente dopo la lettura. Osserva senza giudicarti questo insieme di variabili, e rifletti sul tuo rapporto con la lettura profonda.
Sfidati a ricordare un’informazione dai tempi della scuola: le date della Rivoluzione francese, per esempio, o la formula per calcolare l’area di un cerchio**. Prova a ricordarle senza usare Google. Cosa succede? La prossima volta che usi Google, fai caso a quale parte della tua conoscenza gli stai delegando.
Hai provato a svolgere uno degli esercizi e vuoi parlarmene? Rispondi a questa email, sono contenta di discuterne insieme.
Un libro
Le preoccupazioni intorno alla perdita dei processi di lettura profonda di Maryanne Wolf hanno dei risvolti espliciti anche nei confronti della nostra società, della democrazia, del nostro presente e del futuro.
Scansatevi dalla luce è un libro sull’attenzione: come dicevamo, la natura dell’attenzione è alla base delle grandi domande ancora senza risposta che stiamo iniziando ad affrontare.
Mentre le tecnologie digitali rendevano abbondanti le informazioni, la nostra attenzione è diventata la risorsa che scarseggia e che le tecnologie competono per catturare, senza preoccuparsi di seguire gli obbiettivi che ci prefissiamo e aiutarci a raggiungerli. Abbiamo derubricato i danni che ne derivano come "distrazioni" o piccoli fastidi: ma sono proprio questi, invece, a minare l'integrità della volontà umana a livello individuale e collettivo. Liberare l'attenzione dalle forze della persuasione intelligente può dunque essere il più importante compito morale e politico di questa epoca.
Qualcosa di utile
Readwise serve a costruire la propria centralina di annotazioni su ciò che si legge in modo intelligente e organizzato. Ti permette di raccogliere e catalogare i testi evidenziati su più strumenti di lettura – Kindle, email, web, you name it – e al bisogno di gestirli su altri strumenti di knowledge management: Jorge Arango, per esempio, lo fa su Obsidian. Per sfruttarlo al meglio bisogna abbonarsi: per chi scrive è un supporto davvero utile. Se decidi di provare Readwise puoi regalarmi un mese gratis usando questo link.
Tre link
AI: First New UI Paradigm in 60 Years. Jacob Nielsen spiega perché crede che l’AI stia introducendo il primo nuovo modello di interazione con le interfacce in più di sessant’anni.
ChatGPT can’t think – consciousness is something entirely different to today’s AI. L’AI è davvero in grado di pensare e comprendere? Non è una domanda a cui rispondere attraverso la tecnologia, ma attraverso la filosofia, secondo Philip Goff. La risposta ci permetterà di capire a fondo pericoli e benefici di questa rivoluzione.
AI Prompt Engineering Isn’t the Future. Nonostante il chiacchiericcio che ci si è sviluppato intorno, il prompt engineering potrebbe non avere la portata che ci aspettavamo. Una competenza più durevole e versatile potrebbe renderci molto più capaci di impadronirci del potenziale dell’intelligenza artificiale generativa: la capacità di identificare, analizzare e delineare i problemi.
Bonus
Luca Rosati ha pubblicato il primo di tredici articoli dedicata alle opportunità dell’intelligenza artificiale per il design. Seguirò la serie con grande attenzione.
In ascolto
Se usi Spotify puoi salvare la playlist.
Note
*Nel dire questo, Wolf fa riferimento esplicitamente ai giovani. Non credo che sia una questione solo generazionale: se è vero il principio biologico-culturale del “o lo usi o lo perdi”, anche le fasce d’età che hanno costruito il loro bagaglio di conoscenze in un mondo totalmente analogico possono perdere le capacità legate alla lettura profonda, se smettono di esercitarla.
**No, io senza Google non le ricordo con precisione.
Io ho dei dubbi sul fatto che la lettura porti a evitare la propaganda o a non credere a informazioni non verificate. Ho finora trovato molto più guardinghi nei confronti del potere chi non ha letto molto. Per il resto, spunti molto interessanti
Grazie Letizia per la citazione, e che bella la sintonia di argomenti!
Parlavo proprio ieri con un amico bibliotecario di Maryanne Wolf, soprattutto perché ha aperto una discussione su come i modi di lettura stanno cambiando mentre cambiamo anche noi (e il rapporto è biunivoco).
Trovo molto acute le tue riflessioni sull'apertura, sullo stare a vedere come cambieremo in futuro e come potranno continuare a cambare sia modi di lettura sia forme narrative.
Insomma, tutto un grande gioco in metamorfosi. E osservare come accade mi pare utile e bello.