Cos'è un'antibiblioteca? È un'idea che ci spiega perché circondarci di libri che ci interessa leggere ma poi non leggiamo sembra essere un'ottima cosa.
mar 20·modificato mar 20Messo Mi piace da Letizia Sechi
Ciao, sono capitato per caso su questa newsletter e sempre per caso ho cominciato a leggere questa puntata che mi aveva incuriosito molto già a partire dal titolo. Mi ha molto colpito quello che scrivi, credo che in un certo senso gli accumulatori seriali di carta stampata si riconoscano tra loro anche a distanza. E per questo sono sicuro che ti piacerà questo aneddoto che sta in "Come ordinare una biblioteca" di Calasso (che ti consiglio vivamente se non hai letto), che secondo me calza a pennello qui:
"Essenziale è comprare molti libri che non si leggono subito. Poi, a distanza di un anno, o di due anni, o di cinque, dieci, venti, trenta, quaranta, potrà venire il momento in cui si penserà di aver bisogno esattamente di quel libro – e magari lo si troverà in uno scaffale poco frequentato della propria biblioteca. Nel frattempo può darsi che quel libro sia diventato irreperibile, e difficile da trovare anche in antiquariato, perché di scarso valore commerciale (certi paperback sembrano sapersi dissolvere rapidamente nell’aria) o anche perché è diventato una rarità e vale molto di più. L’importante è che ora si possa leggere subito. Senza ulteriori ricerche, senza provare a trovarlo in biblioteca. Operazioni laboriose, che conculcano l’estro del momento. Strana sensazione, quando si aprirà quel libro. Da una parte il sospetto di aver anticipato, senza saperlo, la propria vita, come se un demone sapiente e malizioso avesse pensato: «Un giorno ti occuperai dei Bogomili, anche se per ora non ne sai quasi nulla». Dall’altra un senso di frustrazione, come se non fossimo capaci di riconoscere ciò che ci riguarda se non con un grande ritardo. Poi ci si accorge che quella doppia sensazione si applica anche a molti altri momenti della nostra vita. Valéry una volta ha scritto che «siamo fatti di due momenti, e come dal ritardo di una “cosa” su se stessa». Oggi l’informatica ha ridotto enormemente i tempi dell’attesa e della ricerca di un libro. È uno dei tanti esempi di illusoria onnipotenza fomentati dalle macchine. Ma questo nulla toglie all’incanto di trovarsi fra le mani – immediatamente – un libro di cui non si sapeva di aver bisogno sino a un momento prima. Il gesto decisivo rimane quello di aver acquisito qualcosa, un giorno, pensando che il suo uso era soltanto ipotetico."
Ora vado a recuperarmi le altre cose che hai scritto :)
Mamma mia che bella questa puntata, Letizia! Ci sono dentro un sacco di cose in cui mi rispecchio, comprese le tecniche di costruzione dell'antibiblioteca.
La mia antibiblioteca si trova su Libib, che consiglio. È piena di libri dallo status "Iniziato" ed è bellissimo a volte perdersi nelle date di inizio e ricostruire il luogo, il momento della mia vita e gli interessi di quel momento.
Bellissima la riflessione sulla presa di coscienza della propria ignoranza.
Ciao, sono capitato per caso su questa newsletter e sempre per caso ho cominciato a leggere questa puntata che mi aveva incuriosito molto già a partire dal titolo. Mi ha molto colpito quello che scrivi, credo che in un certo senso gli accumulatori seriali di carta stampata si riconoscano tra loro anche a distanza. E per questo sono sicuro che ti piacerà questo aneddoto che sta in "Come ordinare una biblioteca" di Calasso (che ti consiglio vivamente se non hai letto), che secondo me calza a pennello qui:
"Essenziale è comprare molti libri che non si leggono subito. Poi, a distanza di un anno, o di due anni, o di cinque, dieci, venti, trenta, quaranta, potrà venire il momento in cui si penserà di aver bisogno esattamente di quel libro – e magari lo si troverà in uno scaffale poco frequentato della propria biblioteca. Nel frattempo può darsi che quel libro sia diventato irreperibile, e difficile da trovare anche in antiquariato, perché di scarso valore commerciale (certi paperback sembrano sapersi dissolvere rapidamente nell’aria) o anche perché è diventato una rarità e vale molto di più. L’importante è che ora si possa leggere subito. Senza ulteriori ricerche, senza provare a trovarlo in biblioteca. Operazioni laboriose, che conculcano l’estro del momento. Strana sensazione, quando si aprirà quel libro. Da una parte il sospetto di aver anticipato, senza saperlo, la propria vita, come se un demone sapiente e malizioso avesse pensato: «Un giorno ti occuperai dei Bogomili, anche se per ora non ne sai quasi nulla». Dall’altra un senso di frustrazione, come se non fossimo capaci di riconoscere ciò che ci riguarda se non con un grande ritardo. Poi ci si accorge che quella doppia sensazione si applica anche a molti altri momenti della nostra vita. Valéry una volta ha scritto che «siamo fatti di due momenti, e come dal ritardo di una “cosa” su se stessa». Oggi l’informatica ha ridotto enormemente i tempi dell’attesa e della ricerca di un libro. È uno dei tanti esempi di illusoria onnipotenza fomentati dalle macchine. Ma questo nulla toglie all’incanto di trovarsi fra le mani – immediatamente – un libro di cui non si sapeva di aver bisogno sino a un momento prima. Il gesto decisivo rimane quello di aver acquisito qualcosa, un giorno, pensando che il suo uso era soltanto ipotetico."
Ora vado a recuperarmi le altre cose che hai scritto :)
Grazie Davide, avevo letto il libro di Calasso e non mi era tornato in mente in questa occasione, ottima integrazione la tua :)
Mamma mia che bella questa puntata, Letizia! Ci sono dentro un sacco di cose in cui mi rispecchio, comprese le tecniche di costruzione dell'antibiblioteca.
Grazie Andrea, capita spesso anche a me con le tue newsletter! Dovremmo gemellarle, come si fa con i comuni :D
La mia antibiblioteca si trova su Libib, che consiglio. È piena di libri dallo status "Iniziato" ed è bellissimo a volte perdersi nelle date di inizio e ricostruire il luogo, il momento della mia vita e gli interessi di quel momento.
Bellissima la riflessione sulla presa di coscienza della propria ignoranza.
Grazie mille per questo contenuto.
Grazie Vincenzo!